Già si vociferava di un probabile accorpamento con le amministrative, ma anzichè prevedere la data della prima tornata si è optato per l’unione tra ballottaggio e referendum: si voterà quindi l’8 e il 9 giugno 2025. Un modo, questo, comunque, per cercare di chiamare alle urne il maggior numero possibile di elettori e scongiurare il già dilagante astensionismo degli ultimi anni. I quesiti referendari su cui i cittadini saranno chiamati ad esprimersi saranno in totale 5. Vediamo di saperne di più.
Referendum 2025: voteranno anche i fuori sede
Via al DL Elezioni. Così il Consiglio dei Ministri ha emanato l’atteso provvedimento, che porta con sè le date delle amministrative, fissate per il 25 e 26 maggio 2025, mentre l’election day, con ballottaggio e referendum è fissato per l’8 e il 9 giugno 2025, rispettivamente dalle 7 alle 23 della domenica e dalle 7 alle 15 del lunedì. Lo spoglio avverrà immediatamente dopo la chiusura delle votazioni.
Nel DL Elezioni è affrontata anche la dibattuta questione dei fuori sede. Nel testo si legge infatti: “In occasione delle consultazioni referendarie relative all’anno 2025, gli elettori che per motivi di studio, lavoro o cure mediche sono temporaneamente domiciliati, per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento delle predette consultazioni referendarie, in un comune situato in una provincia diversa da quella in cui si trova il comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, di seguito denominati elettori fuori sede, possono esercitare il diritto di voto con le modalità previste dal presente articolo”. Il sistema previsto sarà quindi lo stesso utilizzato l’anno scorso in occasione delle elezioni europee, circoscritto all’epoca solo agli studenti e ora esteso anche ai lavoratori e a chi si trova fuori dall’Italia per motivi di cura.
Su cosa verteranno i quesiti?
Per cosa si voterà al referendum abrogativo fissato a giugno? Sono 5 i quesiti su cui gli elettori dovranno esprimersi, dei quali 4 sul tema del lavoro, promossi dalla Flc CGIL, e 1 sulla cittadinanza:
- Reintegro e licenziamenti: l’obiettivo è eliminare le disparità di trattamento tra i lavoratori assunti prima e dopo il 7 marzo 2015 in caso di licenziamento illegittimo. Oggi la normativa prevede che chi è stato assunto prima di questa data può essere reintegrato, mentre chi è stato assunto dopo ha diritto solo a un indennizzo. Il referendum chiede di abrogare il decreto legislativo n. 23/2015.
- Risarcimenti: nelle piccole imprese (meno di 16 dipendenti), il risarcimento massimo per un licenziamento illegittimo è limitato a 6-14 mensilità. Il quesito propone di eliminare questo tetto, permettendo ai giudici di calcolare il risarcimento in base al danno effettivamente subito dal lavoratore.
- Lavoro precario: reintrodurre l’obbligo per i datori di lavoro di indicare una giustificazione (causale) anche per le assunzioni a termine inferiori a 12 mesi. Scopo è mettere un freno all’abuso di contratti a termine privi di motivazione.
- Sicurezza: allo stato attuale in caso di incidenti sul lavoro dovuti a carenze di sicurezza negli appalti, la responsabilità del committente è limitata solo ai rischi “generici”, escludendo quelli “specifici” dell’appaltatore. Il quesito mira a rendere sempre responsabile il committente.
- Cittadinanza: si intendono modificare le leggi relative all’acquisizione della cittadinanza italiana, rendendo più accessibile la cittadinanza a coloro che, pur vivendo in Italia da lungo tempo, non riescono ad ottenerla per via dei rigidi requisiti attualmente in vigore.
Ricordiamo che il referendum sull’autonomia differenziata non aveva superato il vaglio della Corte Costituzionale a gennaio, arrestando così la sua corsa senza arrivare alle urne.
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