Corsi specializzazione sostegno INDIRE, in attesa della partenza ufficiale dei percorsi, non mancano gli interrogativi in merito ai requisiti di partecipazione, in particolar modo per quegli aspiranti che hanno conseguito il titolo all’estero e che hanno ricevuto un pre rigetto oppure un rigetto formale da parte dell’Amministrazione.
Percorsi sostegno INDIRE, la questione del rigetto del titolo estero
Nelle ultime settimane, la Community Uniti per INDIRE ha raccolto numerose segnalazioni e interrogativi attorno alla partecipazione ai corsi di formazione per il sostegno ex lege 106/2024, in particolare da parte dei docenti che hanno conseguito il titolo all’estero. Il tema più dibattuto, come detto poc’anzi, riguarda proprio l’ammissibilità ai corsi per coloro che hanno ricevuto un pre-rigetto o un rigetto formale del proprio titolo da parte dell’Amministrazione. La domanda ricorrente nella Community è chiara: la normativa consente davvero l’accesso ai corsi anche in caso di rigetto del titolo estero, oppure ci sono vincoli non dichiarati?
Il contesto normativo: spiragli per una partecipazione allargata?
La riflessione della Community prende spunto dall’articolo 7 del DL 71/2024 e dal Decreto interministeriale N. 77/2025, che introducono una disciplina transitoria per chi è in possesso di un titolo di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero. Le norme prevedono la possibilità di accedere ai corsi INDIRE anche in assenza del riconoscimento ufficiale, a condizione che l’interessato rinunci formalmente a ogni istanza di riconoscimento. Tuttavia, il legislatore non fa esplicito riferimento ai casi di rigetto o pre-rigetto, e proprio questa assenza apre il campo a interpretazioni diverse.
Rigetto e accesso ai corsi: una questione ancora aperta
Secondo l’analisi condivisa dalla Community Uniti per INDIRE, l’impianto normativo non esclude espressamente la partecipazione ai corsi per coloro che abbiano ricevuto un rigetto impugnato e non accettato. In questo scenario, il principio di legalità sembra giocare a favore dei candidati: in assenza di un divieto chiaro, l’accesso ai corsi potrebbe essere considerato legittimo. Ulteriore elemento a sostegno di questa interpretazione è una comunicazione dell’Amministrazione, che precisa come il rigetto, se successivo al 1° giugno 2024 e non definitivo, non rappresenti automaticamente causa di esclusione, purché siano soddisfatti tutti i requisiti previsti a quella data.
Community Uniti per INDIRE: ‘Verso un’interpretazione inclusiva, ma servono chiarimenti’
Da un punto di vista giuridico, emerge una volontà del legislatore di non penalizzare chi ha attivato un contenzioso e si trova in una fase non conclusa del processo di riconoscimento. Tuttavia, la mancanza di una norma esplicita lascia margini di ambiguità e rischi interpretativi. È proprio in questo contesto che la Community Uniti per INDIRE ribadisce la necessità di un chiarimento ufficiale da parte dei Ministeri, per evitare interpretazioni contrastanti e tutelare i diritti dei docenti coinvolti. Viene chiesta trasparenza, certezza normativa e rispetto dei principi di equità, soprattutto in un ambito delicato come la formazione per il sostegno agli alunni con disabilità.
‘Dare voce a chi cerca risposte’
La Community UNITI per INDIRE sottolinea di non avere il compito di interpretare le norme, ma sente ugualmente il dovere di portare alla luce le incertezze che colpiscono centinaia di docenti. L’auspicio è che il lavoro coordinato tra Ministero dell’Istruzione, Ministero dell’Università e Commissioni valutative possa finalmente dissipare i dubbi e offrire una soluzione giusta e uniforme. Nel frattempo, la domanda resta aperta: il rigetto del titolo estero è davvero una barriera insormontabile o rappresenta solo una tappa superabile in un iter ancora aperto? La Community continua a monitorare, informare e sostenere tutti coloro che, nel rispetto delle regole, cercano un’opportunità di formazione e inserimento professionale.
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