Stabilizzazione precari e l’attesa prolungata degli idonei ai con…

Immissioni in ruolo e stabilizzazione precari, non sono mancate le polemiche per la scelta del Ministero dell’Istruzione e del Merito di ridurre a poco più di 45mila posti il contingente assunzionale, a fronte degli oltre 45mila posti liberi e vacanti. L’amministrazione centrale ha rimandato al mittente gli appelli lanciati dai sindacati per una rettifica del contingente posti autorizzato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Immissioni in ruolo, altro che stabilizzare i precari: il Ministero prolunga l’attesa degli idonei ai concorsi

I quasi 19mila posti mancanti sono quelli che riguarderanno il secondo concorso PNRR, il cui bando dovrebbe vedere la luce alla fine della fase transitoria, ovvero entro il 31 dicembre 2024, secondo i patti concordati con l’Unione Europea. Il problema, sottolineano i sindacati, è che si continuano ad indire concorsi, uno dietro l’altro, senza tenere minimamente conto delle migliaia e migliaia di aspiranti docenti che un concorso già l’hanno superato ma non sono riusciti a rientrare nel numero di posti banditi: ci si riferisce, in modo particolare, agli idonei del concorso ordinario 2020, i quali sono ancora in attesa di poter conseguire il tanto sospirato ruolo.

Oltre agli idonei del concorso 2020, bisogna poi tenere in considerazione chi ha superato il primo dei due concorsi PNRR, quello in corso: il Ministero, sostengono i sindacati, ha di fatto chiuso le porte a chi, pur avendo sostenuto con esito positivo il concorso, non è riuscito a rientrare tra i vincitori. In buona sostanza, il MIM continua a bandire concorsi, uno dopo l’altro, con migliaia di aspiranti che, pur essendo riusciti a superarli, sono costretti a subire la beffa di non poter ottenere, comunque, l’immissione in ruolo.

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