La misura che prevede la conferma del docente di sostegno sull’alunno con disabilità per l’anno scolastico successivo rappresentata un’innovazione pensata per garantire la continuità didattica ed educativa agli studenti più fragili. Tuttavia, come spesso accade nella burocrazia scolastica italiana, l’applicazione pratica di questa disposizione sta generando una miriade di dubbi e incertezze, lasciando docenti e famiglie in un limbo di informazioni frammentate e responsabilità rimpallate. Uno dei nodi cruciali che ancora non si scioglie riguarda la gestione dei possibili spezzoni orari.
Come si gestiranno gli spezzoni in caso di conferma del docente di sostegno
IL DM 32/2025 e la successiva nota ministeriale sulla conferma del docente di sostegno non chiariscono in modo univoco come debbano essere gestiti questi spezzoni. Questo vuoto normativo crea una situazione di profonda incertezza per i docenti: molti si chiedono se avranno diritto a completare l’orario con altre ore di sostegno nella stessa scuola o in plessi diversi, se saranno obbligati ad accettare un completamento su posto comune (qualora abilitati), o se rischieranno di perdere il posto con le ore di servizio complete.
Il rimpallo di responsabilità: tra segreterie, Dirigenti e Uffici Scolastici
Il problema si amplifica quando si cercano risposte concrete sulla procedura della conferma del docente di sostegno. È una scena che si ripete costantemente:
- Il docente si rivolge alla segreteria scolastica o al proprio Dirigente Scolastico (DS), sperando di ottenere chiarimenti sulle procedure per il completamento orario o sulla conferma del posto.
- La risposta, però, è quasi sempre la stessa: “Dobbiamo attendere indicazioni dall’Ufficio Scolastico Provinciale (USP)” o “Non è di nostra competenza, si rivolga all’USP”. Il DS, pur essendo il responsabile dell’istituzione scolastica, infatti, si trova spesso limitato dalle direttive superiori e dalla mancanza di autonomia decisionale su questioni così specifiche e nuove.
- A questo punto, il docente, frustrato, si rivolge all’Ufficio Scolastico Provinciale. Qui, la situazione non migliora, anzi. Spesso, la risposta è: “Non abbiamo ancora ricevuto disposizioni precise dal Ministero” o “Le decisioni spettano alle singole scuole, in base al fabbisogno e alla disponibilità”. Oppure, in un rimpallo ancora più subdolo, l’USP suggerisce di rivolgersi nuovamente alla scuola, poiché è lì che si manifesta il reale fabbisogno.
Questo circolo vizioso di rimpallo di responsabilità è esasperante. Lascia i docenti in un limbo di incertezza, impedendo loro di pianificare il proprio futuro professionale. Famiglie e alunni, a loro volta, non hanno la certezza che il docente di riferimento possa effettivamente essere confermato per tutte le ore necessarie. La mancanza di chiarezza alimenta la confusione e la frustrazione, minando la fiducia nel sistema.
Per superare questa impasse, è urgente che il Ministero dell’Istruzione e del Merito emani direttive chiare e dettagliate sulla gestione della conferma del docente di sostegno e, in particolare, sul completamento degli spezzoni orari. Senza una normativa precisa e delle linee guida operative, questa misura, nata con le migliori intenzioni, rischia di trasformarsi in un ulteriore elemento di caos e stress per l’intero sistema scolastico.
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