
La città di Siracusa, dal 16 al 18 maggio 2025, ha ospitato il Convegno nazionale della Rete delle Scuole Dialogiche (RSD), intitolato “L’alchimia dialogica. Vivere l’incertezza dialogando con fiducia”, che ha riunito nella sala convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime un insieme nazionale, fattosi sempre più ampio, di scuole, docenti, studiosi, studenti e famiglie impegnati a costruire spazi educativi fondati sull’ascolto e sulla reciprocità. Una iniziativa innovativa alla quale Tuttoscuola ha sempre riservato particolare attenzione.
Il convegno è stato organizzato dall’Istituto comprensivo “Manzoni” di Ravanusa, scuola capofila regionale della RSD, per iniziativa della Dirigente Scolastica dell’Istituto, Marilena Giglia, in collaborazione con la prof. Ilaria Virciglio, DS dell’IISS “Francesco Ferrara” di Palermo, capofila nazionale della RSD, avviata in Italia per impulso del prof. Marco Braghero, Direttore dell’Accademia Mediterranea delle Pratiche Dialogiche e Coordinatore scientifico nazionale della RSD.
Le tre giornate sono state ricche di importanti interventi – tra i quali, in apertura, quelli dei professori finlandesi Tom Arnkil, che ha tenuto la lectio magistralis su “Gli spazi dialogici”, e Jakko Seikkula (in videoconferenza), di Marco Braghero (in allegato la sua relazione), di Italo Fiorin, Presidente della Scuola di Alta Formazione della LUMSA di Roma e Coordinatore del Comitato scientifico per le “Indicazioni nazionali” dal 2007 fino al 2019, che ha presentato il bilancio di un anno di attività del progetto “Dialogando”, che ha coinvolto scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia. Hanno fatto seguito 10 laboratori, molti altri interventi, tra cui quelli di: Laura Candiotto, prof.ssa di Filosofia presso il centro di Etica della università di Pardubice, Repubblica Ceca, i due psichiatri Raffaele Barone (direttore del Dipartimento di salute mentale di Caltagirone) e Marco D’Alema, presidente dell’Associazione Pratiche Dialogiche Italia, entrambi specialisti di Open Dialogue. E poi Giuseppina Norcia, grecista, drammaturga, scrittrice (autrice, tra gli altri, di: dell’Ultima notte di Achille, A proposito di Elena e Con cuore di donna: Alcesti, Teti e Atena).
A chiudere la tre giorni due tavole rotonde, una sui patti educativi di comunità e corresponsabilità (particolarmente interessante quello presentato dalla dirigente scolastica dell’IC Isoardo-Vanzetti” di Centallo – Villafalletto nel cuneese, Stefania Magnaldi), coordinata dal Direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra, e l’altra sul tema “Nomofobia e nuove dipendenze digitali”, alle quali hanno partecipato esperti di psicologia, medicina, educazione, e rappresentanti delle Consulte studentesche, nell’intento condiviso di affrontare un fenomeno in crescita, che sollecita una nuova iniziativa educativa da parte della scuola in tempi come quelli attuali di connessione continua.
La nomofobia, conosciuta anche come sindrome da disconnessione, sta ad indicare la cosiddetta dipendenza da smartphone, che colpisce un’ampia fetta di popolazione mondiale, di età differente, con sintomi fisici ed emotivi: ansia, perdita della concentrazione riduzione della capacità di apprendimento, ritardi nello sviluppo del linguaggio, disturbi del sonno, alterazioni dell’umore sino ad episodi di aggressività ingiustificata, minori relazioni sociali con i coetanei. Una problematica importante e inquietante, seguita con particolare attenzione da Tuttoscuola sulla rivista e sul sito. La ricerca in campo psico-pedagogico sta dedicando sempre maggiore attenzione, a partire dagli studi di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva, ai fattori dell’apprendimento diversi dalla sola capacità di acquisire e governare razionalmente le conoscenze, ma spesso altrettanto importanti: tra questi le abilità sociali (capacità di relazionarsi con gli altri, di lavorare e studiare in team, di gestire i conflitti), l’empatia, la resilienza, la motivazione. Tutte abilità che l’esperienza delle scuole dialogiche sviluppa e valorizza.
Il dibattito sulla prevenzione della nomofobia è stato animato dal prof. Carlo Gilistro, Pediatra specializzato nello studio del rapporto tra i nuovi media ed il mondo della medicina, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, promotore della Legge Regionale recante disposizioni in materia di impiego di dispositivi digitali e videogiochi da parte di bambini e adolescenti.
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