Riforma pensioni 2026: tra le ipotesi Quota 41 flessibile, come funzionerebbe?

Per quanto riguarda la Riforma pensioni 2026, benché non si sia ancora riaperto il confronto tra Governo e sindacati, pare che l’anno prossimo non ci sarà spazio per una proroga di Quota 103, per questo si starebbe cominciando a parlare di una possibile Quota 41 flessibile.

Riforma pensioni 2026: ipotesi Quota 41 flessibile

Nell’attesa di sapere come cambieranno le pensioni dal prossimo anno, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha escluso con abbastanza fermezza che Quota 103 possa andare incontro ad una proroga. Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che il Governo stia iniziando a valutare la possibilità di introdurre una Quota 41 flessibile, per garantire una certa flessibilità in uscita e tutelare i lavoratori con lunghe carriere contributive.

Di cosa si tratta

Quota 41 flessibile sarebbe di fatto una misura di anticipo pensionistico che permetterebbe di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, purché si rispetti la soglia minima dei 62 anni, per coloro che non rientrano nelle cosiddette “categorie protette” (disoccupati, invalidi, caregiver, lavoratori gravosi).

Il meccanismo sarebbe stato pensato per agevolare i lavoratori in cambio di una penalizzazione graduale sull’assegno pensionistico pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66-67 anni. Da quello che sappiamo finora, i requisiti per accedere alla misura potrebbero dunque essere i seguenti:

• 41 anni di contributi versati;
• almeno 62 anni di età, eccetto categorie protette;
• ISEE inferiore a 35.000 euro, per poter accedere senza penalizzazione. Chi ha un’ISEE superiore potrebbe comunque accedere, ma con penalizzazioni.

In questo modo, non si andrebbe a gravare troppo sulle casse dello Stato e sarebbe possibile attuare una riforma sostenibile, basata sulla flessibilità. La misura potrebbe essere inclusa nel disegno di legge delega per la riforma complessiva delle pensioni, atteso entro settembre 2025, per poi entrare in vigore a partire da gennaio 2026 e potrebbe essere introdotta in via sperimentale per due anni. Tra le altre proposte, ricordiamo anche l’uscita anticipata a 64 anni con ricalcolo a 67, ispirata alla pensione a quote dell’ex presidente Inps Pasquale Tridico.