Scuola, stop agli emendamenti sul DL 45/2025: buoni pasto e scatti stipendiali negati

Il MEF e la Funzione Pubblica bocciano gli emendamenti per la scuola. Ancora una volta, le misure per valorizzare il personale scolastico vengono ostacolate da vincoli esterni. In particolare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno espresso parere negativo su alcune proposte emendative al Decreto Legge 45/2025, all’esame della VII Commissione del Senato.

Emendamenti bocciati

Secondo quanto denunciato da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sono stati bocciati tre interventi centrali:

• la mobilità intercompartimentale del personale di ruolo,
• la reintroduzione del primo scatto stipendiale dopo tre anni dall’immissione in ruolo, con l’obiettivo di ripristinare la fascia stipendiale 3-8 anni, rimossa nel 2010, che avrebbe permesso di aggiornare la tabella retributiva già a partire dall’anno scolastico 2023/2024.
• l’assegnazione dei buoni pasto al personale scolastico, escluso anche quando altri ministeriali ne beneficiano in modalità smart working.

Tali decisioni, secondo Anief, rappresentano una discriminazione reiterata verso il personale della scuola, già penalizzato rispetto ad altre categorie della Pubblica Amministrazione. Il sindacato aveva sottolineato l’urgenza di questo intervento, anche in considerazione dell’erosione salariale causata dall’inflazione degli ultimi anni.

Anief: senza modifiche, a rischio la firma sul contratto scuola 2022-2024

Alla luce del parere negativo dei dicasteri, l’Anief ha annunciato che è a rischio la firma del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024, attualmente in fase di definizione presso l’Aran. Gli emendamenti bloccati, spiega il sindacato, avrebbero dovuto trovare spazio proprio nella contrattazione collettiva in corso.

Pacifico ha definito inaccettabile l’esclusione dei lavoratori scolastici dai diritti riconosciuti ad altri comparti pubblici, sottolineando come ciò aumenti la distanza tra promesse politiche e risultati concreti. La mancanza di riconoscimenti economici e normativi mina la fiducia del personale e mette in discussione la firma del nuovo contratto.