Supplenti precari ‘in ferie a loro insaputa’: il Ministero condannato a risarcire 10mila euro

Un docente precario con contratti a termine fino al 30 giugno ha ottenuto dal Tribunale di Vercelli un risarcimento di 10.208 euro per le ferie mai godute né richieste. Il giudice ha stabilito che la collocazione in ferie “d’ufficio” decisa dal dirigente scolastico non può considerarsi valida, in assenza di una richiesta formale da parte dell’insegnante.

Ferie d’ufficio non valide: scatta il risarcimento per i supplenti

L’azione è stata promossa da Anief, il sindacato che ha già ottenuto numerose sentenze favorevoli in casi simili. Il presidente Marcello Pacifico ha sottolineato come il riconoscimento dell’indennità sostitutiva delle ferie non godute sia ormai consolidato: si parla di risarcimenti tra 1.000 e 2.000 euro per ogni anno scolastico, ma anche di cifre più alte in caso di pluriennale servizio.

Cosa dice la legge: il ruolo dei dirigenti e il diritto all’indennità

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14268/2022, ha chiarito che le ferie non possono essere considerate perse in automatico, se il docente non ha ricevuto una doppia comunicazione scritta:

• un primo avviso per invitare alla richiesta formale di ferie;
• un secondo avviso per informare che, in assenza della domanda, non si avrà diritto né alla fruizione né alla retribuzione.

Secondo quanto disposto dalla direttiva europea 2003/88/CE e recepito anche dalla Corte di Giustizia dell’UE, il lavoratore deve essere messo nelle condizioni di esercitare il proprio diritto alle ferie. Se ciò non avviene, l’indennità sostitutiva è dovuta.

Il caso di Vercelli non è isolato. Recentemente, a Genova, otto docenti hanno ottenuto complessivamente 65.000 euro, con punte di 18.000 euro a testa. I supplenti con contratto al 30 giugno possono ancora agire in giudizio, e Anief mette a disposizione il ricorso. La prescrizione per richiedere l’indennizzo è decennale, poiché le somme spettanti hanno natura retributiva e indennitaria.