Test psicoattitudinali ai docenti, la proposta accende il dibattito: “Un modo per controllare il proprio credo politico o altro?”

Da quando la notizia ha fatto il giro dei media si è subito acceso un aspro dibattito all’interno del personale docente. La proposta arriva dall’onorevole leghista Rossano Sasso, il quale ha avanzato l’ipotesi di sottoporre gli insegnanti a test psicoattitudinali. L’iniziativa si inserirebbe nella più ampia ‘querelle’ nata a seguito soprattutto dell’ultimo episodio della docente sospesa a causa della sua iscrizione su Onlyfans e della diffusione di una notizia secondo cui si renderebbe necessario un inasprimento del codice etico da seguire per poter insegnare. L’affermazione di Sasso ha diviso l’opinione pubblica, tra consensi e malumori.

Test psicoattitudinali agli insegnanti: nella ‘querelle’ prevale il malcontento

La proposta dell’ex sottosegretario all’Istruzione Sasso mirerebbe all’introduzione di verifiche psicoattitudinali per accedere all’insegnamento, evidenziando la presenza di insegnanti con orientamenti ideologici marcati. Non si tratterebbe in realtà di qualcosa di nuovo ma sarebbe un’idea già inserita nel programma elettorale della Lega del 2022.

Se da un lato una buona parte di docenti si è sentito per l’ennesima volta bistrattato con una tale proposta, anzichè puntare alla valorizzazione di questi lavoratori deputati alla formazione delle nuove generazioni, su altro fronte si sono schierati i commenti di coloro che riterrebbero opportuno verificare periodicamente lo stato (per così dire) ‘mentale’ di chi è a contatto con minorenni, svolgendo un ruolo di fondamentale importanza nella costruzione della personalità dei più giovani.

L’aspetto degli ‘orientamenti ideologici‘ è però quello che ha fatto più discutere. Alcuni si sono infatti chiesti se i test psicoattitudinali di cui si parla non mirino invece a verificare il credo politico di ogni docente, sfociando in un clima di controllo autoritario e al limite del proibizionismo verso chi si ritrovi schierato su un orientamento opposto rispetto a quello della compagine governativa di maggioranza.